Sabato sera, a conclusione del Sinodo,
Francesco aveva regalato ai 270 padri Il profumo del pastore (Àncora), un libro
del gesuita argentino Diego Fares, scrittore della Civiltà Cattolica, che
compendia gli interventi di Bergoglio su ciò che devono essere i vescovi:
pastori «con l’odore delle pecore», perché «essere pastore significa non
solamente confermare nella dottrina, ma accompagnare le persone nel loro
cammino, anche in cammini bui...». La nomina dei nuovi arcivescovi di Bologna e
Palermo, Matteo Zuppi e Corrado Lorefice, è esemplare, in questo senso.
Preti di strada
Il
sacerdote della comunità di Sant’Egidio da sempre impegnato per i senzatetto,
poveri e profughi; il parroco siciliano, amico di don Ciotti, in prima fila
contro il racket della prostituzione, un teologo che ha scritto libri come
Dossetti e Lercaro: la Chiesa povera e dei poveri o La compagnia del Vangelo,
dedicato a Don Pino Puglisi, il parroco di Brancaccio assassinato da Cosa
Nostra il 15 settembre 1993. È la stessa linea che in questi anni ha portato
Bergoglio a nominare Nunzio Galantino segretario generale della Cei, o a dare
la porpora a vescovi come Gualtiero Bassetti (Perugia), Edoardo Menichelli
(Ancona) o Francesco Montenegro (Agrigento), pastori di diocesi non
tradizionalmente «cardinalizie»: Bergoglio si è sempre definito un prete
«callejero» e sceglie i preti di strada, con «l’odore delle pecore».
La rivoluzione della tenerezza
Lo stile cui il Papa non si stanca di
richiamare tutti vescovi, come disse fin dal primo anno di pontificato:
«Esistono pastorali “lontane”, pastorali disciplinari che privilegiano i
principi, le condotte, i procedimenti organizzativi... Ovviamente senza
vicinanza, senza tenerezza, senza carezza. Si ignora la rivoluzione della
tenerezza che provocò l’incarnazione del Verbo».
(Gian Guido Vecchi, Corriere della Sera)
VUOI VISITARE PALERMO O BOLOGNA? CONTATTACI SU FACEBOOK 'Io viaggio con Dio' e visita il nostro sito http://www.ioviaggiocondio.it/

Nessun commento:
Posta un commento