“Non
abbandonateci! Continuate ad organizzare pellegrinaggi in Terra Santa! La
sicurezza nei santuari e nelle zone frequentate dai pellegrini è garantita. E
noi cristiani di Terra Santa abbiamo bisogno più che mai della presenza e del
sostegno dei pellegrini”. Purtroppo sembra destinato a cadere nel vuoto
l’appello di padre Pierbattista Pizzaballa, Custode della Terra Santa, lanciato
recentemente. I pellegrini che fino all’anno scorso popolavano i luoghi santi
così come le stradine di Gerusalemme Vecchia, quelle che portano al Santo
Sepolcro, al Muro Occidentale, la Via Dolorosa, non si vedono più. Il calo è
evidente oltre le statistiche che fanno segnare per gli italiani un calo del
46%, rispetto al 2014. Fino alla metà di settembre i gruppi provenienti dall’Italia
sono stati circa 700, “molto al di sotto degli anni precedenti” annota il
Custode. E i prossimi mesi non sembrano riservare un’inversione di tendenza,
stando a quanto raccontano alcuni tra i principali organizzatori di
pellegrinaggi. La paura di partire. Nemmeno la magia di un Natale a Betlemme o
di un Capodanno a Gerusalemme riesce a convincere i pellegrini italiani a
partire. Non sono in discussione la fede o le motivazioni personali – la Terra
Santa resta una meta ambita dai nostri connazionali – ma è la paura a farla da
padrona. Le immagini che arrivano dal Medio Oriente, la guerra in Siria e Iraq,
l’Isis, gli scontri di questi giorni e le uccisioni a Gerusalemme e in
Cisgiordania allontano i pellegrini che preferiscono attendere tempi migliori. Voglia
di andare. Lo possono testimoniare i pellegrini della diocesi di La Spezia, da
pochi giorni tornati dalla Terra Santa. Guidati dal loro vescovo, monsignor
Luigi Ernesto Palletti, hanno potuto visitare in modo sicuro tutti i luoghi
santi, compresa la Moschea di Omar, dove pure nei giorni precedenti erano
scoppiati incidenti. In rampa di lancio anche il pellegrinaggio della diocesi
di Roma, dal 19 al 26 ottobre, guidato dal cardinale Agostino Vallini. “È dalle
diocesi – sottolinea don Mario Lusek, responsabile dell’Ufficio nazionale per
la Pastorale del tempo libero, turismo e sport – che deve partire il rilancio
dei pellegrinaggi in Terra Santa – favorire i pellegrinaggi in Terra Santa
vuole dire aiutare in modo concreto le comunità cristiane locali. Va ribadito
che i pellegrini e i luoghi santi non sono stati mai oggetto di attacchi e
violenze. La Cei ha in agenda il rilancio dei pellegrinaggi vedremo di trovare
il modo migliore per farlo. Il pellegrinaggio è un atto di amore e di carità”. (nella foto: monastero nelle montagne di Gerico che si visita in funivia)
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