venerdì 16 ottobre 2015

NON ABBANDONIAMO LA TERRA SANTA

“Non abbandonateci! Continuate ad organizzare pellegrinaggi in Terra Santa! La sicurezza nei santuari e nelle zone frequentate dai pellegrini è garantita. E noi cristiani di Terra Santa abbiamo bisogno più che mai della presenza e del sostegno dei pellegrini”. Purtroppo sembra destinato a cadere nel vuoto l’appello di padre Pierbattista Pizzaballa, Custode della Terra Santa, lanciato recentemente. I pellegrini che fino all’anno scorso popolavano i luoghi santi così come le stradine di Gerusalemme Vecchia, quelle che portano al Santo Sepolcro, al Muro Occidentale, la Via Dolorosa, non si vedono più. Il calo è evidente oltre le statistiche che fanno segnare per gli italiani un calo del 46%, rispetto al 2014. Fino alla metà di settembre i gruppi provenienti dall’Italia sono stati circa 700, “molto al di sotto degli anni precedenti” annota il Custode. E i prossimi mesi non sembrano riservare un’inversione di tendenza, stando a quanto raccontano alcuni tra i principali organizzatori di pellegrinaggi. La paura di partire. Nemmeno la magia di un Natale a Betlemme o di un Capodanno a Gerusalemme riesce a convincere i pellegrini italiani a partire. Non sono in discussione la fede o le motivazioni personali – la Terra Santa resta una meta ambita dai nostri connazionali – ma è la paura a farla da padrona. Le immagini che arrivano dal Medio Oriente, la guerra in Siria e Iraq, l’Isis, gli scontri di questi giorni e le uccisioni a Gerusalemme e in Cisgiordania allontano i pellegrini che preferiscono attendere tempi migliori. Voglia di andare. Lo possono testimoniare i pellegrini della diocesi di La Spezia, da pochi giorni tornati dalla Terra Santa. Guidati dal loro vescovo, monsignor Luigi Ernesto Palletti, hanno potuto visitare in modo sicuro tutti i luoghi santi, compresa la Moschea di Omar, dove pure nei giorni precedenti erano scoppiati incidenti. In rampa di lancio anche il pellegrinaggio della diocesi di Roma, dal 19 al 26 ottobre, guidato dal cardinale Agostino Vallini. “È dalle diocesi – sottolinea don Mario Lusek, responsabile dell’Ufficio nazionale per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport – che deve partire il rilancio dei pellegrinaggi in Terra Santa – favorire i pellegrinaggi in Terra Santa vuole dire aiutare in modo concreto le comunità cristiane locali. Va ribadito che i pellegrini e i luoghi santi non sono stati mai oggetto di attacchi e violenze. La Cei ha in agenda il rilancio dei pellegrinaggi vedremo di trovare il modo migliore per farlo. Il pellegrinaggio è un atto di amore e di carità”. (nella foto: monastero nelle montagne di Gerico che si visita in funivia)

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