La
piccola Anita ha sempre tenuto tra le mani un’immagine della Madonna del Cerro
che si venera nel santuario di Sassoferrato la piccola Anita. La bambina di tre
anni è riuscita a guarire da una brutta malattia come la sindrome di Kawasaki.
Le equipe degli ospedali Profili di Fabriano e Salesi di Ancona hanno dato
nuovamente speranza ad una famiglia che l’aveva persa a causa di un male poco
conosciuto. Enrico Silvestrini ed Emanuela Libori – i genitori di Anita –
raccontano la storia a lieto fine con le lacrime agli occhi. “E’ un messaggio
di speranza per tutte le persone che soffrono.” Tutto è iniziato a maggio
dell’anno scorso. “Dopo sei giorni di febbre altissima che peggiorava
rapidamente raggiungiamo l’ospedale di Fabriano. I valori della Proteina C reattiva
erano alle stelle tanto da far sospettare diverse gravi diagnosi:
intossicazioni da farmaci o tossinfezioni e alcune malattie autoimmuni a noi
ancora sconosciute come la sindrome di Kawasaki. I medici hanno deciso subito
per un trasferimento d’urgenza all’Ospedale Salesi.” Poi l’inizio dei giorni
più lunghi per la famiglia Silvestrini residente nel sassoferratese. “Tra le
urla della bambina terrorizzata dai prelievi e le facce preoccupate dei medici
il panico, il vero terrore, si era impadronito della nostra anima. Tre giorni
da incubo. L’ecocardiogramma rilevava una situazione grave del cuore, con
miocardite e sofferenza dell’organo. Dopo giorni di incertezza – raccontano i
genitori – i medici ci informavano che l’unica diagnosi possibile era quella della
sindrome di Kawasaki. La prognosi era incerta e l’unica terapia possibile
consisteva in una lunga infusione per vena di immunoglobuline. I rischi anche
di futuri problemi cardiaci erano possibili. Il panico si trasformò in
disperazione. Gli artigli della paura mordevano lo stomaco lacerandolo.” Poi la
luce. “Il martedì mattina, dopo una notte appesi alla speranza che la terapia
funzionasse, Anita dava evidenti segni di miglioramento. La febbre era svanita
e l’esame ripetuto a 24 ore di distanza dava tutti esiti negativi. Il cuore era
di nuovo perfetto. La bambina, grazie a Dio, migliorava a vista d’occhio. Molti
medici hanno avuto il piacere ed il coraggio di usare la parola miracolo. In
seguito ad altre ospedalizzazioni ed esami che ovviamente la bambina deve fare
periodicamente, molti medici ci hanno detto che un miglioramento così repentino
non è spiegabile con le sole terapie.” Anita è una bella bambina che corre e va
a cavallo. Ha superato la fase più brutta e insieme ai genitori guarda con
ottimismo alla vita. “E’ una bambina su cui l’angelo custode ha lavorato –
spiegano i medici dell’equipe del Profili e del Salesi che hanno avuto in cura
la piccola Anita – e gli anticorpi iniettati tramite vena hanno funzionato. La
risposta è stata eccezionale perchè quando la malattia compare con tutta la sua
forza i danni cardiaci sono già permanenti. In questo caso, invece, la terapia
ha funzionato bene e abbiamo tirato tutti un sospiro di sollievo.”
Marco
Antonini (dall'archivio www.radiogold.tv)
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