sabato 30 aprile 2016

VIENI IN TERRA SANTA CON NOI, PELLEGRINAGGI DA 5,8 E 10 GIORNI

Vieni in Terra Santa con noi per vivere un'esperienza di fede davvero particolare. Queste alcune delle nostre date 2016 per percorrere la via di Gesù. 

TERRA SANTA E SAMARIA in 8 giorni. Partenze: 6 giugno; 1 agosto;
TERRA SANTA in 5 giorni. Partenze: 23 luglio; 24 agosto.
TERRA SANTA IN 10 giorni con Mons. Paolo Giulietti dal 5 al 14 luglio.

Visita il nostro sito http://cristianiinterrasanta.blogspot.it/

Chiedi informazioni e costi: m.antonini@ioviaggiocondio.it

La Terra Santa ti aspetta. 61 mila pellegrini nei primi tre mesi del 2016.

MEDIO ORIENTE – A ben guardare le statistiche del Fpo, relative al trimestre Ottobre-Dicembre del 2014, le prime dopo l’introduzione del nuovo sistema digitale, emerge che tra i primi 20 Paesi con più pellegrini ben 6 sono asiatici. Nell’anno della guerra di Gaza, l’Indonesia risulta il quarto Paese assoluto con 6519 presenze ripartite in 188 gruppi; India, ottava con 3363 presenze in 59 gruppi; dodicesime le Filippine con 1683 presenze in 35 gruppi; quattordicesima la Malesia con 1019 presenze in 25 gruppi; sedicesima Singapore con 708 presenze in 15 gruppi; ventesima la Cina con 641 presenze in 19 gruppi. Fuori dai venti Hong Kong (24) con 499 presenze, Sri Lanka (26) con 454 presenze, Corea del Sud (38) con 254 presenze. Più indietro Taiwan, Giappone, Viet Nam e 76 “pellegrini esuli” della Corea del Nord (62). Al computo totale del trimestre finale del 2014 è l’Asia, dopo l’Europa, il continente di maggior provenienza dei pellegrini con 16297 presenze in 423 gruppi, staccando di poco il Nord America (16256) e l’America Latina (12866). Africa e Oceania chiudono questa particolare classifica dei “Continenti pellegrini”. 2015. Una performance migliorata nel 2015, dove i dati sono riferiti a tutti i 12 mesi, con il sistema di prenotazione andato a regime. L’Asia si conferma secondo Continente, sempre dietro l’Europa, con 59668 pellegrini in 1729 gruppi, staccando nettamente il Nord America (53110). Salgono a sette, tra i primi 20, i Paesi asiatici con più pellegrini. L’Indonesia si conferma al quarto posto con 19922 presenze in 631 gruppi, sale l’India, settima con 13572 presenze in 298 gruppi, stabili le Filippine (12) con 5854 presenze in 174 gruppi, balzo in avanti della Corea del Sud che dal 38° posto si attesta al 13° con 4095 presenze in 155 gruppi, la Cina passa dal 20° al 14° con 3396 in 90 gruppi, lo Sri Lanka dal 26° posto sale al 17° con 2640 presenze in 57 gruppi. L’unico Paese a calare è Singapore che scende al 18° con 2397 presenze in 67 gruppi. Più indietro la Malesia (27), Hong Kong (38), Taiwan (50) e Corea del Nord (66). Fanno capolino, in fondo alla classifica, Myanmar con 65 presenze in 3 gruppi e la Tailandia con un gruppo di 30 pellegrini. 2016, una timida ripresa.


“Il primo trimestre del 2016, se messo a confronto con quello dello scorso anno, mostra segnali di una ripresa, anche se per ora piuttosto timida – spiega padre Agustin Pelayo Fregoso, direttore del Christian Information Center, all’interno del quale opera il Fpo – sono mesi tradizionalmente scarsi di affluenza di pellegrini, gennaio e febbraio in particolare, ma che hanno fatto registrare un aumento di presenze. Quest’anno poi la Pasqua, celebrata alla fine di marzo, ha portato altri pellegrini e adesso speriamo che il trend di crescita si consolidi anche nei mesi a venire”. I dati raccolti fino ad oggi (marzo 2016) parlano di 61.871 presenze complessive in lieve aumento rispetto alle 61.252 dello stesso periodo del 2015. Di queste 24488 provengono da Paesi asiatici. Ben tre di questi sono stabili tra i primi dieci, Indonesia (4) India (5) e Corea del Sud (8). Una bella sfida. La presenza di tanti pellegrini asiatici viene vista come una “bella sfida” per i frati della Custodia. “Venendo qui in pellegrinaggio essi rispondono ai tanti appelli che giungono dalla Terra Santa – racconta padre Fregoso – accoglierli e assisterli non è sempre molto facile. In tanti casi sono gruppi che non hanno un sacerdote al seguito e quindi è necessario avere frati che celebrano messe e confessino nella loro lingua. Il loro modo di vivere la fede è diverso dal nostro.Essi sopportano lunghi e costosi viaggi per arrivare qui. Non hanno paura e timori per la loro sicurezza. Dobbiamo accoglierli sempre meglio. Frati che parlano indonesiano, cinese, malese, giapponese, filippino, vietnamita, indiano, tanto per fare degli esempi, non è semplice averli e vanno per questo formati. L’Indonesia, poi, è il paese musulmano più grande del mondo e avere fedeli indonesiani qui è un segno significativo di dialogo e di convivenza”. E gli europei? La speranza è che l’arrivo sempre maggiore dei pellegrini asiatici faccia da volano anche a quelli europei che, invece, “segnano il passo nelle presenze”. Qualcosa sembra muoversi: nel 2015 i pellegrini più numerosi, dopo gli Usa, sono stati i polacchi con 29.819 che hanno superato gli italiani (27.564) in calo del 40%. Oltre agli italiani nel 2015 sono calati anche francesi, spagnoli, inglesi. Qualche segnale di risveglio arriva dalla Germania. Ma i numeri degli europei raccontano “la paura delle guerre nell’area (Iraq e Siria) e l’insicurezza derivante dalle violenze tra israeliani e palestinesi” conclude il direttore del Fpo, che non esita a lanciare l’ennesimo appello: “venite in Terra Santa così darete fiducia ai cristiani locali che non si sentono abbandonati dalla Chiesa. Inoltre i cristiani vivono dei pellegrinaggi. Chi viene qui non solo li sfama ma ne sostiene gli sforzi nel dialogo e nella convivenza perché gli effetti benefici dei pellegrinaggi ricadono anche sui fedeli musulmani”.

Daniele Rocchi / Ancoraonline.it

venerdì 8 aprile 2016

AMORIS LAETITIA, L'ESORTAZIONE DI PAPA FRANCESCO

Nell'esortazione Amoris Laetitia il Papa apre ai sacramenti ai divorziati risposati, che "devono essere più integrati nelle comunità cristiane" e per i quali si deve valutare quali "forme di esclusione" "possono essere superate". Francesco indica la via del discernimento dei singoli casi e l'accompagnamento pastorale in un'ottica di pentimento, tenendo conto che "il grado di responsabilità non è uguale in tutti i casi" e "gli effetti di una norma non devono essere sempre gli stessi", "nemmeno per quanto riguarda la disciplina sacramentale". 

"Ai divorziati che vivono una nuova unione è importante far sentire che sono parte della Chiesa, che non sono scomunicati". "Nessuno può essere condannato per sempre, perché questa non è la logica del Vangelo!", ribadisce il Papa. "Nessuno può pensare che indebolire la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio sia qualcosa che giova alla società. Accade il contrario: pregiudica la maturazione delle persone, la cura dei valori comunitari e lo sviluppo etico delle città e dei villaggi", sottolinea il pontefice. 

"Le unioni di fatto o tra persone dello stesso sesso, per esempio, non si possono equiparare semplicisticamente al matrimonio. Nessuna unione precaria o chiusa alla trasmissione della vita ci assicura il futuro della società". La persona omosessuale "va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare 'ogni marchio di ingiusta discriminazione' e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza". Papa Francesco aggiunge però - e riprendendo tale concetto dalla Relazione finale del Sinodo - che "non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia". 

Sul rispetto delle donne "c'è ancora molto da crescere in alcuni Paesi", "non sono ancora del tutto sradicati costumi inaccettabili". Lo evidenzia il pontefice, citando "la violenza verbale, fisica e sessuale" contro le donne in alcune coppie, la "grave mutilazione genitale in alcune culture", "l'utero in affitto", "la mercificazione del corpo femminile" ma anche il permanere della "disuguaglianza dell'accesso a posti di lavoro dignitosi e ai luoghi in cui si prendono le decisioni". 

Il Papa apre alla "educazione sessuale" dei ragazzi come "educazione all'amore, alla reciproca donazione". "I giovani - spiega Papa Francesco nell'Esortazione Apostolica Amoris Laetitia - devono potersi rendere conto che sono bombardati da messaggi che non cercano il loro bene e la loro maturità". Ma il Papa giudica negativamente quell'educazione sessuale impostata "sull'invito a 'proteggersi', cercando un 'sesso sicuro'" come se "un eventuale figlio fosse un nemico dal quale doversi proteggere. Così si promuove l'aggressività narcisistica invece dell'accoglienza". "E' invece importante insegnare - invita il Papa - un percorso sulle diverse espressioni dell'amore, sulla cura reciproca, sulla tenerezza rispettosa, sulla comunicazione ricca di senso". (Ansa)

Vieni a Roma con noi in occasione dell'Anno Santo della Misericordia. Visita il nostro sito www.ioviaggiocondio.it

sabato 26 marzo 2016

'LA CROCE E' NEI PROFUGHI E NELLE VITTIME DEL TERRORISMO'

Folla a Roma per il tradizionale rito della Via Crucis presieduto ieri, Venerdì Santo, da Papa Francesco. Imponenti le misure di sicurezza. Presenti anche gli ex reali del Belgio, Alberto II e Paola Ruffo di Calabria.Nelle 14 stazioni, la croce è stata portata dal cardinale Agostino Vallini, vicario del papa per la diocesi di Roma, da famiglie, disabili, allievi di istituti cattolici, dai frati di Terra Santa e da persone di varie nazionalità. Oggi la Croce di Cristo la "vediamo eretta nelle nostre sorelle e nei nostri fratelli uccisi, bruciati vivi, sgozzati e decapitati con le spade barbariche e con il silenzio vigliacco". Così il Papa nella sua preghiera al termine della Via Crucis. La vediamo "nei fondamentalismi e nel terrorismo dei seguaci di qualche religione che profanano il nome di Dio e lo utilizzano per giustificare le loro inaudite violenze". E anche "nei perseguitati per la loro fede che nella sofferenza continuano a dare testimonianza autentica a Gesù e al Vangelo". Ancora oggi la Croce di Cristo la vediamo "nei volti dei bambini, delle donne e delle persone, sfiniti e impauriti che fuggono dalle guerre e dalle violenze e spesso non trovano che la morte e tanti Pilati con le mani lavate". La vediamo "ancora oggi nel nostro Mediterraneo e nel mar Egeo divenuti un insaziabile cimitero, immagine della nostra coscienza insensibile e narcotizzata". Ancora oggi la Croce di Cristo la vediamo "nei potenti e nei venditori di armi che alimentano la fornace delle guerre con il sangue innocente dei fratelli e danno ai loro figli da mangiare il pane insanguinato" ha continuato Francesco. La vediamo "ancora oggi nei ladroni e nei corrotti che invece di salvaguardare il bene comune e l'etica si vendono nel misero mercato dell'immoralita'". E anche "nei distruttori della nostra 'casa comune' che con egoismo rovinano il futuro delle prossime generazioni". Oggi la Croce di Cristo la vediamo nei "ministri infedeli che invece di spogliarsi delle proprie vane ambizioni spogliano perfino gli innocenti della propria dignità". La vediamo "nei dottori della lettera e non dello spirito, della morte e non della vita, che invece di insegnare la misericordia e la vita, minacciano la punizione e la morte e condannano il giusto". E "nei cuori impietriti di coloro che giudicano comodamente gli altri, cuori pronti a condannarli perfino alla lapidazione, senza mai accorgersi dei propri peccati e colpe". Poi "in coloro che vogliono toglierla dai luoghi pubblici ed escluderla dalla vita pubblica, nel nome di qualche paganità laicista o addirittura in nome dell'uguaglianza che tu stesso ci hai insegnato"."Nei traditori che per 30 denari consegnano alla morte chiunque" e "negli stolti che costruiscono depositi per conservare tesori che periscono, lasciando Lazzaro morire di fame alle loro porte". "Negli anziani abbandonati dai propri famigliari, nei disabili e nei bambini denutriti e scartati dalla nostra egoista e ipocrita società".

martedì 1 marzo 2016

VIENI IN VIAGGIO CON NOI!

Io viaggio con Dio vi invita a vivere un'esperienza davvero unica, quella del pellegrinaggio alla scoperta dei luoghi simbolo della cristianità. Tante le mete a disposizione per conoscere nuove realtà, scoprire mondi diversi e incontrare Lui. Queste alcune date di partenza per i gruppi marchigiani, umbri e non solo! Puoi trovare tutti i nostri programmi sul sito www.ioviaggiocondio.it (Possibilità di richiedere anche un preventivo per il tuo viaggio personalizzato in pullman o per il noleggio del mezzo.)


LOURDES: 3 giorni 6/5; 23/9 e 7/10

LOURDES 4 giorni 1/6 • 5 giorni 23/8

CAMMINO DI SANTIAGO IN LIBERTA’: partenze libere, anche per piccoli gruppi.  Pellegrinaggio in 7 giorni: entro il 15 luglio.

IL CAMMINO DI SANTIAGO in 7 giorni: partenze il 25-6; 15-8 ;

SANTIAGO E FATIMA in 7 giorni. Partenze il 27-5;

FATIMA E LISBONA 5 giorni: 28/6

POLONIA 3-7;

GRECIA 25-7;

TERRA SANTA E SAMARIA in 8 giorni. Partenze: 6-6; 1-8;

TERRA SANTA in 5 giorni. Partenze: 23-7; 24-8

ROMA: a richiesta

INFO: m.antonini@ioviaggiocondio.it  (340/3726564)

domenica 21 febbraio 2016

IL SITO DEL BATTESIMO DI GESU' PATRIMONIO UNESCO

Si è svolta a Parigi la cerimonia per il riconoscimento ufficiale del sito del Battesimo di Gesù Cristo come Patrimonio dell’Umanità che, a luglio del 2015, l’Unesco aveva attribuito alla zona di Al-Maghtas in Giordania. A dare la notizia è il Patriarcato latino di Gerusalemme. La Commissione ha “incoraggiato lo Stato membro vicino, la Palestina, ad assumersi la protezione delle sponde occidentali del Giordano al fine di preservare le viste e le linee di orizzonte importanti del bene”. Una delegazione del regno di Giordania, composta da leader religiosi musulmani, cattolici e ortodossi, tra cui il vicario patriarcale per la Giordania, monsignor Maroun Lahham, e il ministro del Turismo della Giordania, Nayef Hamedi Al-Fayez, è stata invitata alla cerimonia. Monsignor Lahham ha ringraziato quanti hanno reso possibile questo riconoscimento: “Questa sera, l’Unesco ha dichiarato ufficialmente il sito come patrimonio mondiale. Estendo un invito a recarvi in Giordania per visitare il sito del Battesimo. Troverete un Paese pacifico e sicuro, nel bel mezzo di un Medio Oriente in fiamme. Troverete un popolo aperto e ospitale”. Entro la fine del 2016, il Paese dovrà presentare al Comitato una relazione sull’attuazione effettiva delle sue raccomandazioni in materia di tutela del posto.

PER IL TUO PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA VISITA IL NOSTRO SITO www.ioviaggiocondio.it e scrivici nella pagina Facebook.

lunedì 15 febbraio 2016

IL PAPA A GUADALUPE: 'QUI SPERANZA PER ULTIMI'

Al santuario di Nostra Signora di Guadalupe, patrona delle Americhe, il più grande santuario mariano del mondo visitato da 20 milioni di pellegrini l'anno, il pensiero del Papa è andato "ai più piccoli, ai sofferenti, agli sfollati e agli emarginati, a tutti coloro che sentono di non avere un posto degno in queste terre". Nella messa - presente il capo dello Stato Enrique Pena Nieto -, ricordando la nascita della tradizione di Guadalupe e le apparizioni mariane originarie, Francesco ha detto che "Maria, la donna del sì, ha voluto anche visitare gli abitanti di questa terra d'America nella persona dell'indio san Juan Diego"."In quell'alba di dicembre del 1531 - ha sottolineato -, si compiva il primo miracolo che poi sarà la memoria vivente di tutto ciò che questo Santuario custodisce". In quell'alba, ha aggiunto, "Dio ha risvegliato e risveglia la speranza dei più piccoli, dei sofferenti, degli sfollati e degli emarginati, di tutti coloro che sentono di non avere un posto degno in queste terre".

Il Messico diventi "una terra che non debba piangere uomini e donne, giovani e bambini che finiscono distrutti nelle mani dei trafficanti della morte". All'Angelus a Ecatepec il Papa ha invitato a "stare in prima linea, ad essere intraprendenti in tutte le iniziative che possano aiutare a fare di questa benedetta terra messicana una terra di opportunità. Dove non ci sia bisogno di emigrare per sognare; dove non ci sia bisogno di essere sfruttato per lavorare; dove non ci sia bisogno di fare della disperazione e della povertà di molti l'opportunismo di pochi". Al termine, Francesco ha fatto proprie "le parole che un giorno il beato Paolo VI rivolse al popolo messicano: 'Un cristiano non può fare a meno di dimostrare la sua solidarietà per risolvere la situazione di coloro ai quali ancora non è arrivato il pane della cultura o l'opportunità di un lavoro onorevole (...) non può restare insensibile mentre le nuove generazioni non trovano la via per realizzare le loro legittime aspirazioni'".

All'ingresso nel reparto onco-ematologico, in cui si è intrattenuto con i piccoli degenti, il Papa ha suonato anche la piccola campanella, che nella tradizione dell'ospedale pediatrico "Federico Gomez" di Città del Messico, i giovani malati di cancro che guariscono e vengono dimessi fanno squillare in segno di incoraggiamento verso gli altri piccoli pazienti:"ce la potete fare". (Ansa)

PER I TUOI PELLEGRINAGGI VISITA IL NOSTRO SITO www.ioviaggiocondio.it 

sabato 13 febbraio 2016

PAPA FRANCESCO, LO STORICO INCONTRO CON IL PATRIARCA KIRILL

"Finalmente!" E' la parola, in italiano, pronunciata da papa Francesco al suo primo incontro con Kirill. All'inizio del colloquio la parola "hermano" (fratello in spagnolo) è stata ripetuta dal Papa più volte. "Somos hermanos", siamo fratelli, ha ribadito il Pontefice al capo della Chiesa ortodossa russa. A un certo punto Kirill ha anche affermato: "ora le cose sono più facili". E il Papa, in spagnolo, subito tradotto in russo dall'interprete: "E' più chiaro che questa è la volontà di Dio". "Sono state tante le difficoltà, negli ultimi dieci anni abbiamo cercato di superale e nonostante molte di queste difficoltà non siano scomparse, oggi abbiamo la possibilità di riempire il nostro cuore". Lo ha detto il Patriarca Kirill nell'incontro con Papa Francesco. Papa Francesco e il patriarca ortodosso Kirill hanno firmato la dichiarazione congiunta al termine dell'incontro che hanno avuto all'aeroporto dell'Avana, a Cuba. Il testo è stato concordato e esaminato anche durante il colloquio riservato che si è appena concluso. Nuovo abbraccio tra Papa Francesco e il patriarca Kirill a termine della firma della dichiarazione congiunta. I due si sono scambiati il testo appena firmato e si sono abbracciati. "Consapevoli della permanenza di numerosi ostacoli, ci auguriamo che il nostro incontro possa contribuire al ristabilimento di questa unità voluta da Dio, per la quale Cristo ha pregato". Lo afferma la dichiarazione congiunta firmata oggi a L'Avana da Papa Francesco e dal patriarca Kirill. "Chiediamo alla comunità internazionale di agire urgentemente per prevenire l'ulteriore espulsione dei cristiani dal Medio Oriente". Lo afferma la dichiarazione congiunta firmata oggi a L'Avana da Papa Francesco e dal patriarca Kirill. "Il nostro sguardo si rivolge in primo luogo verso le regioni del mondo dove i cristiani sono vittime di persecuzione. In molti paesi del Medio Oriente e del Nord Africa i nostri fratelli e sorelle in Cristo vengono sterminati per famiglie, villaggi e città intere". "Ripongo grande speranza nell'incontro con papa Francesco": ha detto il patriarca di Mosca, Kirill, incontrando Raul Castro nel Palazzo della Rivoluzione all'Avana. Lo riferisce la Tass. Nel salone dove si sta svolgendo il colloquio tra papa Francesco e il patriarca di Mosca Kirill, alla presenza del cardinale Kurt Koch, del metropolita Hilarion e dell'interprete, sono in bella vista i regali che i due capi religiosi si scambieranno al termine dell'incontro. Il Papa donerà a Kirill un reliquiario con una reliquia di San Cirillo e un calice. Il Patriarca di Mosca donerà al Papa una copia, più piccola dell'originale, della Madonna di Kazan. Il culto della Madonna di Kazan si diffuse in tutta la Russia e le furono dedicate numerose chiese. La sua immagine fu inoltre riprodotta in innumerevoli quadri. Trafugata nel 1904 dalla cattedrale di Kazan, ricomparve all'indomani della Rivoluzione sovietica fuori dalla Russia. Dopo vari passaggi di mano, fu acquistata dall'associazione Blu Army e dal 1985 conservata nel Santuario di Fatima. Nel 1993 fu donata a papa Giovanni Paolo II, devoto della Madonna, che l'ha custodita nel suo studio privato fino a quando, il 28 agosto 2004, l'ha donata al patriarca di Mosca Alessio II quale auspicio per il dialogo tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa. La cerimonia di consegna si svolse presso la Cattedrale della Dormizione per mano del cardinale Walter Kasper, l'allora presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani. (Ansa)

venerdì 12 febbraio 2016

IL PAPA INCONTRA A CUBA IL PATRIARCA KIRILL, POI IN MESSICO

Papa Francesco è partito per l'Avana, tappa intermedia del viaggio in Messico. L'airbus A330-200 di Alitalia è decollato alle 8,24 dall'aeroporto di Fiumicino. L'arrivo, dopo 12 ore e 30 minuti di volo, è previsto alle ore 14 locali (le 20 italiane) all'aeroporto internazionale di Cuba Josè Martì. Qui avverrà l'incontro privato tra il Pontefice e il patriarca di Mosca e di tutte le Russie, che in questi giorni di trova in visita ufficiale nell'isola. E' il primo incontro in assoluto tra un capo della Chiesa di Roma e uno della Chiesa ortodossa russa. Il colloquio a tu per tu nel salone d'onore dovrebbe durare circa due ore, seguito alle 16.30 locali (le 22.30 in Italia) dalla firma di una dichiarazione comune e dai discorsi dei due capi religiosi. Alle 17.10 (le 23.10 italiane) il congedo tra Kirill e Francesco, quindi alle 17.30 (23.30) la partenza del volo papale con direzione Città del Messico. Il Pontefice arriverà alle 19.30 locali (in Italia le 2.30 di domani), accolto da una breve cerimonia ufficiale all'aeroporto internazionale "Benito Juarez" prima del trasferimento in Nunziatura. L'incontro formale con le autorità messicane è invece in programma domani, quando Bergoglio andrà anche al santuario mariano di Guadalupe, il più visitato al mondo, dove celebrerà la messa e renderà omaggio alla Vergine patrona delle Americhe. Quello in Messico è il dodicesimo viaggio internazionale del suo pontificato, che durerà fino al 18 febbraio. (Ansa)

martedì 9 febbraio 2016

11 FEBBRAIO, LOURDES E LA GIORNATA DEL MALATO

Per i vostri viaggi a Lourdes visitate il nostro sito www.ioviaggiocondio.it, 
la nostra pagina Facebook o scrivete a:
m.antonini@ioviaggiocondio.it  

Partenze tutti i mesi!

IL MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA DEL MALATO

Cari fratelli e sorelle, la XXIV Giornata Mondiale del Malato mi offre l’occasione per essere particolarmente vicino a voi, care persone ammalate, e a coloro che si prendono cura di voi. Poiché tale Giornata sarà celebrata in modo solenne in Terra Santa, quest’anno propongo di meditare il racconto evangelico delle nozze di Cana (Gv 2,1-11), dove Gesù fece il suo primo miracolo per l’intervento di sua Madre. Il tema prescelto – Affidarsi a Gesù misericordioso come Maria: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” (Gv 2,5) si inscrive molto bene anche all’interno del Giubileo straordinario della Misericordia. La Celebrazione eucaristica centrale della Giornata avrà luogo l’11 febbraio 2016, memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes, proprio a Nazareth, dove «il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). A Nazareth Gesù ha dato inizio alla sua missione salvifica, ascrivendo a sé le parole del profeta Isaia, come ci riferisce l’evangelista Luca: «Lo spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l'anno di grazia del Signore» (4,18-19). La malattia, soprattutto quella grave, mette sempre in crisi l’esistenza umana e porta con sé interrogativi che scavano in profondità. Il primo momento può essere a volte di ribellione: perché è capitato proprio a me? Ci si potrebbe sentire disperati, pensare che tutto è perduto, che ormai niente ha più senso... In queste situazioni, la fede in Dio è, da una parte, messa alla prova, ma nello stesso tempo rivela tutta la sua potenzialità positiva. Non perché la fede faccia sparire la malattia, il dolore, o le domande che ne derivano; ma perché offre una chiave con cui possiamo scoprire il senso più profondo di ciò che stiamo vivendo; una chiave che ci aiuta a vedere come la malattia può essere la via per arrivare ad una più stretta vicinanza con Gesù, che cammina al nostro fianco, caricato della Croce. E questa chiave ce la consegna la Madre, Maria, esperta di questa via. Nelle nozze di Cana, Maria è la donna premurosa che si accorge di un problema molto importante per gli sposi: è finito il vino, simbolo della gioia della festa. Maria scopre la difficoltà, in un certo senso la fa sua e, con discrezione, agisce prontamente. Non rimane a guardare, e tanto meno si attarda ad esprimere giudizi, ma si rivolge a Gesù e gli presenta il problema così come è: «Non hanno vino» (Gv 2,3). E quando Gesù le fa presente che non è ancora il momento per Lui di rivelarsi (cfr v. 4), dice ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (v. 5). Allora Gesù compie il miracolo, trasformando una grande quantità di acqua in vino, un vino che appare subito il migliore di tutta la festa. Quale insegnamento possiamo ricavare dal mistero delle nozze di Cana per la Giornata Mondiale del Malato? Il banchetto di nozze di Cana è un’icona della Chiesa: al centro c’è Gesù misericordioso che compie il segno; intorno a Lui ci sono i discepoli, le primizie della nuova comunità; e vicino a Gesù e ai suoi discepoli c’è Maria, Madre provvidente e orante. Maria partecipa alla gioia della gente comune e contribuisce ad accrescerla; intercede presso suo Figlio per il bene degli sposi e di tutti gli invitati. E Gesù non ha rifiutato la richiesta di sua Madre. Quanta speranza in questo avvenimento per noi tutti! Abbiamo una Madre che ha gli occhi vigili e buoni, come suo Figlio; il cuore materno e ricolmo di misericordia, come Lui; le mani che vogliono aiutare, come le mani di Gesù che spezzavano il pane per chi aveva fame, che toccavano i malati e li guarivano. Questo ci riempie di fiducia e ci fa aprire alla grazia e alla misericordia di Cristo. L’intercessione di Maria ci fa sperimentare la consolazione per la quale l’apostolo Paolo benedice Dio: «Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio. Poiché, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione» (2 Cor 1,3-5). Maria è la Madre “consolata” che consola i suoi figli. A Cana si profilano i tratti distintivi di Gesù e della sua missione: Egli è Colui che soccorre chi è in difficoltà e nel bisogno. E infatti nel suo ministero messianico guarirà molti da malattie, infermità e spiriti cattivi, donerà la vista ai ciechi, farà camminare gli zoppi, restituirà salute e dignità ai lebbrosi, risusciterà i morti, ai poveri annunzierà la buona novella (cfr Lc 7,21-22). E la richiesta di Maria, durante il banchetto nuziale, suggerita dallo Spirito Santo al suo cuore materno, fece emergere non solo il potere messianico di Gesù, ma anche la sua misericordia. Nella sollecitudine di Maria si rispecchia la tenerezza di Dio. E quella stessa tenerezza si fa presente nella vita di tante persone che si trovano accanto ai malati e sanno coglierne i bisogni, anche quelli più impercettibili, perché guardano con occhi pieni di amore. Quante volte una mamma al capezzale del figlio malato, o un figlio che si prende cura del genitore anziano, o un nipote che sta vicino al nonno o alla nonna, mette la sua invocazione nelle mani della Madonna! Per i nostri cari che soffrono a causa della malattia domandiamo in primo luogo la salute; Gesù stesso ha manifestato la presenza del Regno di Dio proprio attraverso le guarigioni: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano» (Mt 11,4-5). Ma l’amore animato dalla fede ci fa chiedere per loro qualcosa di più grande della salute fisica: chiediamo una pace, una serenità della vita che parte dal cuore e che è dono di Dio, frutto dello Spirito Santo che il Padre non nega mai a quanti glielo chiedono con fiducia. Nella scena di Cana, oltre a Gesù e a sua Madre, ci sono quelli che vengono chiamati i “servitori”, che ricevono da Lei questa indicazione: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Gv 2,5). Naturalmente il miracolo avviene per opera di Cristo; tuttavia, Egli vuole servirsi dell’aiuto umano per compiere il prodigio. Avrebbe potuto far apparire direttamente il vino nelle anfore. Ma vuole contare sulla collaborazione umana, e chiede ai servitori di riempirle di acqua. Come è prezioso e gradito a Dio essere servitori degli altri! Questo più di ogni altra cosa ci fa simili a Gesù, il quale «non è venuto per farsi servire, ma per servire» (Mc 10,45). Questi personaggi anonimi del Vangelo ci insegnano tanto. Non soltanto obbediscono, ma obbediscono generosamente: riempirono le anfore fino all’orlo (cfr Gv 2,7). Si fidano della Madre, e fanno subito e bene ciò che viene loro richiesto, senza lamentarsi, senza calcoli. In questa Giornata Mondiale del Malato possiamo chiedere a Gesù misericordioso, attraverso l’intercessione di Maria, Madre sua e nostra, che conceda a tutti noi questa disposizione al servizio dei bisognosi, e concretamente dei nostri fratelli e delle nostre sorelle malati. Talvolta questo servizio può risultare faticoso, pesante, ma siamo certi che il Signore non mancherà di trasformare il nostro sforzo umano in qualcosa di divino. Anche noi possiamo essere mani, braccia, cuori che aiutano Dio a compiere i suoi prodigi, spesso nascosti. Anche noi, sani o malati, possiamo offrire le nostre fatiche e sofferenze come quell’acqua che riempì le anfore alle nozze di Cana e fu trasformata nel vino più buono. Con l’aiuto discreto a chi soffre, così come nella malattia, si prende sulle proprie spalle la croce di ogni giorno e si segue il Maestro (cfr Lc 9,23); e anche se l’incontro con la sofferenza sarà sempre un mistero, Gesù ci aiuta a svelarne il senso. Se sapremo seguire la voce di Colei che dice anche a noi: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela», Gesù trasformerà sempre l’acqua della nostra vita in vino pregiato. Così questa Giornata Mondiale del Malato, celebrata solennemente in Terra Santa, aiuterà a realizzare l’augurio che ho espresso nella Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia: «Questo Anno Giubilare vissuto nella misericordia possa favorire l’incontro con [l’Ebraismo, con l’Islam] e con le altre nobili tradizioni religiose; ci renda più aperti al dialogo per meglio conoscerci e comprenderci; elimini ogni forma di chiusura e di disprezzo ed espella ogni forma di violenza e di discriminazione» (Misericordiae Vultus, 23). Ogni ospedale o casa di cura può essere segno visibile e luogo per promuovere la cultura dell’incontro e della pace, dove l’esperienza della malattia e della sofferenza, come pure l’aiuto professionale e fraterno, contribuiscano a superare ogni limite e ogni divisione. Ci sono di esempio in questo le due Suore canonizzate nello scorso mese di maggio: santa Maria Alfonsina Danil Ghattas e santa Maria di Gesù Crocifisso Baouardy, entrambe figlie della Terra Santa. La prima fu testimone di mitezza e di unità, offrendo chiara testimonianza di quanto sia importante renderci gli uni responsabili degli altri, di vivere l’uno al servizio dell’altro. La seconda, donna umile e illetterata, fu docile allo Spirito Santo e divenne strumento di incontro con il mondo musulmano. A tutti coloro che sono al servizio dei malati e dei sofferenti, auguro di essere animati dallo spirito di Maria, Madre della Misericordia. «La dolcezza del suo sguardo ci accompagni in questo Anno Santo, perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio» (ibid., 24) e portarla impressa nei nostri cuori e nei nostri gesti. Affidiamo all’intercessione della Vergine le ansie e le tribolazioni, insieme alle gioie e alle consolazioni, e rivolgiamo a lei la nostra preghiera, perché rivolga a noi i suoi occhi misericordiosi, specialmente nei momenti di dolore, e ci renda degni di contemplare oggi e per sempre il Volto della misericordia, il suo Figlio Gesù. Accompagno questa supplica per tutti voi con la mia Benedizione Apostolica.

PAPA FRANCESCO



domenica 7 febbraio 2016

PAPA FRANCESCO: 'LA PREGHIERA FA MIRACOLI'

"La preghiera fa miracoli, è una vera e propria missione, che porta il fuoco dell'amore all'intera umanità. Padre Pio disse che la preghiera è una forza che muove il mondo. Ci credete? E' così". Lo ha detto ieri Papa Francesco ai gruppi di preghiera di San Pio in udienza speciale a San Pietro.

"Cuore di Dio non è blindato" - Il Pontefice ha dedicato gran parte del suo intervento alla definizione del pregare. La preghiera, ha affermato, "è una chiave che apre il cuore di Dio, che non è blindato come tanti mezzi di sicurezza. Tu puoi aprirlo con la preghiera". Senza la preghiera, ha aggiunto Bergoglio, "la gioia si spegne e il cuore diventa noioso, voi volete avere un cuore noioso? No. E allora pregate, questa è la ricetta". 

"Il perdono è una scienza da imparare" - In uno dei suoi numerosi inserti "a braccio", Papa Francesco ha poi dichiarato: "La bellezza del perdono e della misericordia è una scienza che dobbiamo imparare tutti i giorni". E ancora: "I gruppo di preghiera siano centrali di misericordia". 

"San Pio è stato una carezza vivente di Dio" - La parole dedicate a San Pio sono state poi particolarmente commosse. "Padre Pio - ha detto Bergoglio - è stato un servitore della misericordia. Lo è stato a tempo pieno, praticando, talvolta fino allo sfinimento, l'apostolato dell`ascolto. E' diventato, attraverso il ministero della Confessione, una carezza vivente del Padre, che guarisce le ferite del peccato e rinfranca il cuore con la pace. San Pio non si è mai stancato di accogliere le persone e di ascoltarle, di spendere tempo e forze per diffondere il profumo del perdono del Signore".  
Rivolgendosi poi direttamente ai gruppi di preghiera presenti in piazza, il Pontefice ha detto: "Io ho voglia di visitare la vostra bella terra, la terra di San Pio. Che chiunque ci vada possa trovare anche in voi un riflesso della luce del cielo". Parole alle quali i fedeli hanno risposto con un caloroso applauso.

PER IL TUO VIAGGIO A ROMA O A SAN GIOVANNI ROTONDO E PER CONOSCERE LE NOSTRE METE VISITA IL SITO www.ioviaggiocondio.it oppure visita la nostra pagina Fb o scrivi a: m.antonini@ioviaggiocondio.it

sabato 6 febbraio 2016

PADRE PIO A ROMA, IN 25 MILA PER IL SUO ARRIVO A SAN PIETRO

Sono almeno 20 mila, divenuti poi 25 mila all'arrivo delle spoglie in piazza San Pietro, i fedeli e i pellegrini, che ieri hanno preso parte alla processione che ha condotto le urne di San Pio e San Leopoldo Mandic, scelti dal Papa come testimoni speciali del Giubileo della Misericordia, dalla Chiesa di San Salvatore in Lauro nel centro di Roma alla basilica vaticana. Un fiume di devoti venuti da tutte le parti d'Italia e anche dall'estero (un frate cappuccino assicura che un gruppo è venuto apposta dall'Australia) cui si sono mescolati via via, nel percorso tracciato lungo le vie strette del centro prima dell'ingresso in via della Conciliazione, anche turisti e semplici cittadini. E così, tra non pochi disagi per il traffico e tra la meraviglia di tanti turisti, è esplosa, nel cuore di Roma, la devozione popolare, soprattutto nei confronti del santo di Pietrelcina. 

Scatti continui di foto con i telefonini, preghiere e canti hanno accompagnato per tutto il tempo il corteo partito alla 16 dalla chiesa di San Salvatore in Lauro e arrivato in circa due ore, procedendo per un chilometro e mezzo scortato dalle forze dell'ordine, in piazza San Pietro. Fortissima l'attrazione che la reliquia di San Pio ha esercitato sulla folla. Già non appena la salma, trasportata in spalla dai frati cappuccini del convento di San Giovanni Rotondo, ha fatto la sua comparsa in piazza, una pioggia di flash ha immortalato il corpo del santo custodito in una teca speciale che per la prima volta ha lasciato il Gargano. "Evviva padre Pio", rimbombava in piazza mentre tanti romani incuriositi si sono affacciati alle finestre per seguire l'evento. Si sono sentiti anche tanti apprezzamenti con romani che ricordavano di non aver mai visto un evento del genere nel centro della città, che pure è la sede mondiale della cristianità. Lungo tutto il percorso, poi, tanti hanno allungato di continuo verso i frati rosari, fazzoletti, sciarpe perché li accostassero all'urna in atto di devozione. Il momento di maggiore disagio per il traffico si è avuto intorno alle 17 quando il corteo ha attraversato Ponte Sant'Angelo mettendosi in direzione della basilica. A guidare il corteo mons. Rino Fisichella, presidente del pontificio consiglio della Nuova evangelizzazione e 'regista' del Giubileo, mentre anche il sindaco di San Giovanni Rotondo ha guidato, dietro al gonfalone, una rappresentanza della cittadina pugliese. 

Nel corteo c'era anche il superiore dei frati cappuccini di Pietrelcina che ha confidato: "Una volta i fedeli venivano per lo più a chiedere grazie per malattie. Oggi vengono quasi tutti a chiedere la grazia del lavoro". Vi aspettavate tanta partecipazione? "Noi forse sì - ha risposto un frate del Convento di San Giovanni Rotondo -, perché riceviamo in continuazione i fedeli che vengono a omaggiare il santo. Quello che viene da pensare è che forse è Roma che non si aspettava tanta devozione. E' stata una sorpresa per la città". Alle 18 le teche sono arrivate sul sagrato di San Pietro. Le ha accolte l'arciprete, il cardinale Angelo Comastri, che ha indicato San Pio e San Leopoldo come "grandi confessori". "Hanno lasciato passare un fiume di misericordia - ha osservato - prestando anche 16 o più ore al giorno nel confessionale. E' impressionante quante persone hanno ritrovato la fede in questo modo". Le teche sono entrate quindi in basilica dove i fedeli potranno rendere omaggio ai due santi. E si annuncia già molto affollata oggi l'udienza speciale che papa Francesco terrà per l'occasione con i Gruppi di preghiera di Padre Pio. (Ansa)

PER IL TUO VIAGGIO A ROMA O A SAN GIOVANNI ROTONDO E PER CONOSCERE LE NOSTRE METE VISITA IL SITO www.ioviaggiocondio.it oppure visita la nostra pagina Fb o scrivi a: m.antonini@ioviaggiocondio.it

martedì 2 febbraio 2016

PER LA 1° VOLTA PADRE PIO LASCIA IL GARGANO PER ROMA

Per la prima volta da quando arrivò nel 1916, il Santo lascia la Puglia. Ovvero, la reliquia di Padre Pio dal Gargano, arriverà a Roma e per volere del Pontefice. In occasione del Giubileo, infatti, papa Francesco vuole mostrare la figura del Santo quale esempio ai “missionari della misericordia”. Ma non c’è soltanto Padre Pio nelle nuove esposizioni romane. Anche un altro frate cappuccino San Leopoldo Mandic (1866-1942), di origine croata e vissuto nella chiesa di Padova è figura cara a papa Bergoglio. E anche lui è destinato temporaneamente al Giubileo. Così, centinaia di fedeli hanno partecipato oggi, martedì 2 febbraio, a San Giovanni Rotondo alla funzione religiosa che ha dato il via al viaggio delle reliquie di San Pio: saranno esposte in Vaticano in occasione del Giubileo. Alle 7.30 nella chiesa inferiore, dove sono custodite le spoglie del santo con le stimmate, Francesco Colacelli il ministro provinciale dei Frati Minori Cappuccini della provincia religiosa di Sant’Angelo e Padre Pio, ha celebrato la funzione eucaristica. Quindi, l’urna contenente le spoglie del santo di Pietralcina sono state portate nella chiesa superiore. L’urna resterà fino a domani mattina ed alle 7.30 è prevista una funzione religiosa presieduta da Francesco Langi, guardiano del Convento dei Frati Minori Cappuccini. Alle 9,30 , invece, le reliquie di San Pio partiranno per Roma. L’arrivo nella capitale è previsto intorno alle 15 di domani pomeriggio quando le reliquie saranno accolte in San Lorenzo fuori le Mura da Gianfranco Palmisani, ministro provinciale dei Frati Minori Cappuccini. Le spoglie di San Pio viaggeranno su un furgone speciale, attrezzato per ridurre al minimo le vibrazioni. Imponenti sono le misure di sicurezza e i servizi di controllo straordinari predisposti già da oggi e che accompagneranno il santo durante tutto il tragitto per Roma. Oltre alla doppia scorta della Polizia di stato che seguirà per tutto il viaggio l’urna del Santo il prefetto Maria Tirone ha richiesto all’Airspace Coordination Unit l’attuazione della `no fly zone´ su San Giovanni Rotondo e Foggia. «Siamo Privilegiati perché la nostra terra è la terra dove Padre Pio è vissuto, ha operato e in cui è custodita l’urna dei suoi resti mortali» ha sottolineato l’arcivescovo di Manfredonia,Vieste e San Giovanni Rotondo, Michele Castoro,«noi accompagniamo l’urna a Roma e diventiamo pellegrini di Padre Pio per andare a confermare la nostra fede e ricevere una parola di benedizione dal Papa per riprendere il nostro cammino cristiano con maggiore entusiasmo e maggiore coerenza».

Per i tuoi viaggi a Roma o a San Giovanni Rotondo contattaci nella nostra pagina Facebook 'Io viaggio con Dio' o all'indirizzo mail: m.antonini @ioviaggiocondio.it 


venerdì 29 gennaio 2016

IN ITALIA... PER CERCARE GERUSALEMME

Nella lunga storia della Cristianità, non c'è fedele che, nel compiere la propria personalissima ricerca del Dio della Croce, non si sia fermato almeno una volta nella vita, con il corpo o anche soltanto col pensiero, a Gerusalemme. In questo viaggio mistico che confonde epoche e spazi, e che nel corso di un'esistenza alterna momenti difficili ad altri colmi di speranza, si può affermare con un sorriso che forse noi abitanti del Belpaese siamo benedetti o almeno un po' privilegiati perché in Italia "Gerusalemme è dappertutto". Lo spiega bene Franco Cardini nel suo libro "Andare per le Gerusalemme d'Italia", edito da il Mulino, un'approfondita guida geografico-storico-spirituale per scoprire i segni gerosolimitani disseminati sul nostro territorio, ancora visibili e in molti casi anche tangibili. Il dialogo tra "il centro della Cristianità cattolica e la città radice del monoteismo abramitico", scrive Cardini, "si esprime in ogni rigo della storia italiana, in ogni pietra delle sue città": in virtù di questo, e fornendo una grande mole di informazioni, dati, dettagli, storie e percorsi, l'autore permette al lettore di questo piccolo, appassionato volume, di "viaggiare per terra pensando al cielo", come recita il titolo di uno dei capitoli.  

Sarà affascinante scoprire i richiami continui nei secoli della liturgia cattolica a Gerusalemme, o anche il significato che il pellegrinaggio e la ricerca spirituale hanno assunto di epoca in epoca. O ancora, libro alla mano, iniziare a pensare al proprio itinerario gerosolimitano, cercando le sacre reliquie a Roma, percorrendo le francigene e le romee - le strade dei pellegrini -, visitando i monumenti che, da Venezia a Firenze, rinviano al Sepolcro, le città santuario (da Varallo a San Vivaldo) e le Montagne Sacre. E allora chissà, forse possiamo davvero, se non immedesimarci, almeno provare a immaginare quali emozioni deve aver sentito l'imperatrice Elena nel 326: in quell'epoca lontana, l'archeologa "ante litteram", madre di Costantino e ormai ottantenne, partì alla volta della Terra Santa e scoprì "tre mistiche spelonche" - una collina, un sepolcro scavato nella roccia e una grotta - che identificò come la roccia del Calvario, il luogo di sepoltura di Gesù e la cisterna in cui venne gettata la Croce utilizzata per la sua esecuzione. Un cammino intriso di spiritualità e leggenda, che riportò alla luce i Luoghi santi per eccellenza strappandoli alla profanazione: veri simboli senza tempo, che tornano costantemente anche nelle tracce italiane di Gerusalemme perché ricreati nel nostro Paese sotto forma di santuari. (ANSA)

Vieni in Terra Santa con noi! Per saperne di più visita il nostro sito: http://www.ioviaggiocondio.it o scrivi all'indirizzo: m.antonini@ioviaggiocondio.it

lunedì 18 gennaio 2016

11 FEBBRAIO A LOURDES

A Lourdes con Io viaggio con Dio e Opera Romana Pellegrinaggi in occasione dell'anniversario della prima apparizione della Madonna a Bernadette. In pellegrinaggio dal 9 al 12 febbraio 2016.

Martedì 9 febbraio: Partenza in aereo Alitalia da ROMA per LOURDES. Nel pomeriggio, introduzione al pellegrinaggio, celebrazione della S. Messa e saluto alla Madonna presso la Grotta delle Apparizioni.

Permanenza a LOURDES (Mercoledì 10 febbraio / Giovedì 11 febbraio):  Durante il soggiorno partecipazione alle Celebrazioni ufficiali del Santuario inclusa la S. Messa Internazionale. Visita ai Santuari ed ai ricordi di Bernadette.

Venerdì, 12 febbraio: Celebrazione della S. Messa e saluto alla Vergine. Tempo a disposizione per la preghiera personale. Trasferimento in aeroporto e partenza in aereo per il rientro a Roma.

Viaggio da e per aeroporto in pullman. 

Quota: (sono previste riduzioni per figli da 0 a 16 anni)

Dettaglio 9/12 FEB 16
Totale
Quota Partecipazione
Tasse Accessori
Quota Iscrizione
Adulti                                              (Euro)
760,00
590,00
140,00
30,00

Per informazioni:

Marco Antonini 340-3726564  
m.antonini@ioviaggiocondio.it


lunedì 11 gennaio 2016

IL PAPA: 'CERCATE LA DATA DEL VOSTRO BATTESIMO'

Conclusa ieri la Santa Messa con l’amministrazione del Battesimo ad un gruppo di bambini nella Cappella Sistina, a mezzogiorno il Santo Padre Francesco si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro. Queste le parole del Papa

Cari fratelli e sorelle, buongiorno! In questa domenica dopo l’Epifania celebriamo il Battesimo di Gesù, e facciamo memoria grata del nostro Battesimo. In tale contesto, stamattina ho battezzato 26 neonati: preghiamo per loro! Il Vangelo ci presenta Gesù, nelle acque del fiume Giordano, al centro di una meravigliosa rivelazione divina. Scrive san Luca: «Mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese su di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”» (Lc 3,21-22). In questo modo Gesù viene consacrato e manifestato dal Padre come il Messia salvatore e liberatore. In questo evento – attestato da tutti e quattro i Vangeli – è avvenuto il passaggio dal battesimo di Giovanni Battista, basato sul simbolo dell’acqua, al Battesimo di Gesù «in Spirito Santo e fuoco» (Lc 3,16). Lo Spirito Santo infatti nel Battesimo cristiano è l’artefice principale: è Colui che brucia e distrugge il peccato originale, restituendo al battezzato la bellezza della grazia divina; è Colui che ci libera dal dominio delle tenebre, cioè del peccato, e ci trasferisce nel regno della luce, cioè dell’amore, della verità e della pace: questo è il regno della luce. Pensiamo a quale dignità ci eleva il Battesimo! «Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!» (1 Gv 3,1), esclama l’apostolo Giovanni. Tale realtà stupenda di essere figli di Dio comporta la responsabilità di seguire Gesù, il Servo obbediente, e riprodurre in noi stessi i suoi lineamenti: cioè mansuetudine, umiltà, tenerezza. E questo non è facile, specialmente se intorno a noi c’è tanta intolleranza, superbia, durezza. Ma con la forza che ci viene dallo Spirito Santo è possibile! Lo Spirito Santo, ricevuto per la prima volta nel giorno del nostro Battesimo, ci apre il cuore alla Verità, a tutta la Verità. Lo Spirito spinge la nostra vita sul sentiero impegnativo ma gioioso della carità e della solidarietà verso i nostri fratelli. Lo Spirito ci dona la tenerezza del perdono divino e ci pervade con la forza invincibile della misericordia del Padre. Non dimentichiamo che lo Spirito Santo è una presenza viva e vivificante in chi lo accoglie, prega in noi e ci riempie di gioia spirituale. Oggi, festa del Battesimo di Gesù, pensiamo al giorno del nostro Battesimo. Tutti noi siamo stati battezzati, ringraziamo per questo dono. E vi faccio una domanda: chi di voi conosce la data del suo Battesimo? Sicuramente non tutti. Perciò vi invito ad andare a cercare la data, chiedendo per esempio ai vostri genitori, ai vostri nonni, ai vostri padrini, o andando in parrocchia. E’ molto importante conoscerla, perché è una data da festeggiare: è la data della nostra rinascita come figli di Dio. Per questo, compito a casa per questa settimana: andare a cercare la data del mio Battesimo. Festeggiare quel giorno significa e riaffermare la nostra adesione a Gesù, con l’impegno di vivere da cristiani, membri della Chiesa e di una umanità nuova, in cui tutti sono fratelli. La Vergine Maria, prima discepola del suo Figlio Gesù, ci aiuti a vivere con gioia e fervore apostolico il nostro Battesimo, accogliendo ogni giorno il dono dello Spirito Santo, che ci fa figli di Dio.

Dopo l’Angelus


Cari fratelli e sorelle, saluto tutti voi, fedeli di Roma e pellegrini venuti dall’Italia e da diversi Paesi. Saluto in particolare gli studenti dell’Istituto Bachiller Diego Sánchez de Talavera La Real, Spagna; il coro degli Alpini di Martinengo con i familiari; il gruppo adolescenti di San Bernardo in Lodi. Come dicevo, in questa festa del Battesimo di Gesù, secondo la tradizione ho battezzato numerosi bambini. Ora vorrei far giungere una speciale benedizione a tutti i bambini che sono stati battezzati recentemente, ma anche ai giovani e agli adulti che hanno ricevuto da poco i Sacramenti dell’iniziazione cristiana o che ad essi si stanno preparando. La grazia di Cristo li accompagni sempre! E a tutti auguro una buona domenica. Non dimenticatevi il compito a casa: cercare la data del mio Battesimo. E per favore, non dimenticatevi anche di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!

Per i tuoi viaggi giubilari contattaci: m.antonini@ioviaggiocondio.it

giovedì 7 gennaio 2016

LE SPOGLIE PADRE PIO A ROMA IL 3 FEBBRAIO

È stato definito dalle autorità ecclesiastiche il programma di massima della traslazione temporanea e della permanenza delle spoglie di san Pio da Pietrelcina a Roma. Nella mattina del 2 febbraio, l'urna contenente il corpo di Padre Pio verrà trasferita nella chiesa superiore a lui intitolata. Alle ore 18,00, a conclusione dell'Anno della Vita Consacrata, mons. Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia - Vieste - San Giovanni Rotondo presiederà una solenne Concelebrazione Eucaristica a cui parteciperanno tutti i religiosi e le religiose dell'Arcidiocesi. Il 3 febbraio, alle ore 7,30, nella medesima chiesa il guardiano della Fraternità, fr. Francesco Langi, presiederà la santa Messa. Al termine l'urna partirà per Roma, con l'arrivo previsto nel primo pomeriggio nella basilica di San Lorenzo al Verano, affidata alla cura pastorale dei frati minori cappuccini, dove giungeranno anche le reliquie del corpo di san Leopoldo Mandiæ. I due Santi resteranno nell'antica Basilica anche per tutta la giornata del 4 febbraio. Nel pomeriggio del 5 febbraio saranno accompagnati processionalmente nella Basilica di San Pietro, dalla parrocchia di San Salvatore in Lauro (situata nel cuore del centro storico della capitale e scelta come una delle tre chiese di riferimento dei pellegrini in cammino verso la Porta santa vaticana). Il 6 febbraio, alle ore 10,00, in piazza San Pietro, Papa Francesco concederà un'udienza speciale agli aderenti dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio, ai dipendenti di Casa Sollievo della Sofferenza e ai fedeli dell'Arcidiocesi di Manfredonia - Vieste - San Giovanni Rotondo. La mattina del 9 febbraio il Santo Padre presiederà una Concelebrazione Eucaristica con e per i frati minori cappuccini di tutto il mondo. Il 10 febbraio, mercoledì delle Ceneri, nell'ambito di una solenne Concelebrazione, che si svolgerà sempre in San Pietro, il Pontefice conferirà a circa 1000 Missionari della Misericordia (sacerdoti e religiosi di tutto il mondo) il mandato di essere «segno della sollecitudine materna della Chiesa per il Popolo di Dio, perché entri in profondità nella ricchezza di questo mistero così fondamentale per la fede» (Misericordiae Vultus, 18). «I Missionari, invitati dai Vescovi, andranno nelle Diocesi per animare le missioni al popolo o tutte quelle iniziative che hanno un particolare riferimento alla Misericordia. Essi saranno chiamati particolarmente a svolgere il loro mandato predicando e confessando. Per questo, Papa Francesco concederà loro l'autorità di assolvere anche i peccati riservati alla Sede Apostolica» (dalla prefazione del libro La misericordia in Padre Pio). La mattina dell'11 febbraio, dopo la Celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, le reliquie del corpo di san Pio da Pietrelcina ripartiranno da Roma dirette a Pietrelcina (da dove il Cappuccino era partito 100 anni fa, precisamente il 17 febbraio 1916, senza farvi più ritorno). L'arrivo è previsto per le ore 15,00 a Piana Romana (frazione rurale del paese sannita, dove la famiglia di Padre Pio possedeva un podere e dove il Cappuccino ricevette le prime stimmate). Qui si svolgerà una Liturgia di accoglienza e, a seguire, l'urna verrà accompagnata nella chiesa conventuale della Sacra Famiglia, dove permarrà nelle giornate del 12 e del 13 febbraio.Il 14 febbraio, dopo una Concelebrazione Eucaristica presieduta alle ore 9,00 dall'arcivescovo metropolita di Benevento, mons. Andrea Mugione, le reliquie del corpo di san Pio lasceranno Pietrelcina dirette alla chiesa del Convento dei Frati Minori Cappuccini di Sant'Anna a Foggia, ripercorrendo il cammino effettuato dal Santo circa 100 anni prima. Alle ore 15,30 si svolgerà un incontro di preghiera, che precederà la partenza per San Giovanni Rotondo. Alle ore 17,00 è previsto l'arrivo in Piazza Padre Pio, dove mons. Michele Castoro presiederà la santa Messa domenicale. Quindi un corteo accompagnerà san Pio da Pietrelcina dinanzi al Palazzo Municipale, dove l'Arcivescovo impartirà la benedizione alla città di San Giovanni Rotondo. Il corteo riprenderà il cammino verso Casa Sollievo della Sofferenza, in cui le reliquie sosteranno, fino alle ore 16,00 del 16 febbraio, quando verranno traslate nuovamente nella chiesa a lui intitolata. Qui, al loro arrivo, si svolgerà la Concelebrazione Eucaristica conclusiva, presieduta da fr. Francesco Dileo, rettore del santuario di Santa Maria delle Grazie e della chiesa di San Pio da Pietrelcina.

Per partecipare ai tanti appuntamenti giubilari a Roma con Papa Francesco metti mi piace alla nostra pagina Io viaggio con Dio, visita il nostro sito www.ioviaggiocondio.it o scrivi a m.antonini@ioviaggiocondio.it

lunedì 4 gennaio 2016

IL PAPA: ''PORTARE IL VANGELO IN TASCA CI FARA' BENE''

Alle ore 12 di ieri il Santo Padre Francesco si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli e i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro per il consueto appuntamento domenicale. Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana.

Cari fratelli e sorelle, buona domenica!
La liturgia di oggi, seconda domenica dopo Natale, ci presenta il Prologo del Vangelo di san Giovanni, nel quale viene proclamato che «il Verbo – ovvero la Parola creatrice di Dio – si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). Quella Parola, che dimora nel cielo, cioè nella dimensione di Dio, è venuta sulla terra affinché noi la ascoltassimo e potessimo conoscere e toccare con mano l’amore del Padre. Il Verbo di Dio è lo stesso suo Figlio Unigenito, fatto uomo, pieno di amore e di fedeltà (cfr Gv 1,14), è lo stesso Gesù. L’Evangelista non nasconde la drammaticità della Incarnazione del Figlio di Dio, sottolineando che al dono d’amore di Dio fa riscontro la non accoglienza da parte degli uomini. La Parola è la luce, eppure gli uomini hanno preferito le tenebre; la Parola venne tra i suoi, ma essi non l’hanno accolta (cfr vv. 9-10). Hanno chiuso la porta in faccia al Figlio di Dio. È il mistero del male che insidia anche la nostra vita e che richiede da parte nostra vigilanza e attenzione perché non prevalga. Il Libro della Genesi dice una bella frase che ci fa capire questo: dice che il male è “accovacciato davanti alla nostra porta” (cfr 4,7). Guai a noi se lo lasciamo entrare; sarebbe lui allora a chiudere la nostra porta a chiunque altro. Siamo invece chiamati a spalancare la porta del nostro cuore alla Parola di Dio, a Gesù, per diventare così suoi figli. Nel giorno di Natale è stato già proclamato questo solenne inizio del Vangelo di Giovanni; oggi ci viene proposto ancora una volta. È l’invito della santa Madre Chiesa ad accogliere questa Parola di salvezza, questo mistero di luce. Se lo accogliamo, se accogliamo Gesù, cresceremo nella conoscenza e nell’amore del Signore, impareremo ad essere misericordiosi come Lui. Specialmente in questo Anno Santo della Misericordia, facciamo sì che il Vangelo diventi sempre più carne anche nella nostra vita. Accostarsi al Vangelo, meditarlo, e incarnarlo nella vita quotidiana è il modo migliore per conoscere Gesù e portarlo agli altri. Questa è la vocazione e la gioia di ogni battezzato: indicare e donare agli altri Gesù; ma per fare questo dobbiamo conoscerlo e averlo dentro di noi, come Signore della nostra vita. E Lui ci difende dal male, dal diavolo, che sempre è accovacciato davanti alla nostra porta, davanti al nostro cuore, e vuole entrare. Con un rinnovato slancio di abbandono filiale, noi ci affidiamo ancora una volta a Maria: la sua dolce immagine di madre di Gesù e madre nostra la contempliamo in questi giorni nel presepio.

Dopo l’Angelus

Cari fratelli e sorelle, rivolgo un saluto cordiale a voi, fedeli di Roma e pellegrini venuti dall’Italia e da altri Paesi. Saluto le famiglie, le associazioni, i diversi gruppi parrocchiali, in particolare quello di Monzambano, i cresimandi di Bonate Sotto e i giovani di Maleo. In questa prima domenica dell’anno rinnovo a tutti gli auguri di pace e di bene nel Signore. Nei momenti lieti e in quelli tristi, affidiamoci a Lui, che è nostra misericordia e nostra speranza! Ricordo anche l’impegno che ci siamo presi a capodanno, Giornata della Pace: “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”; con la grazia di Dio, potremo metterlo in pratica. E ricordo anche quel consiglio che tante volte vi ho dato: tutti i giorni leggere un brano del Vangelo, un passo del Vangelo, per conoscere meglio Gesù, per spalancare il nostro cuore a Gesù, e così possiamo farlo conoscere meglio agli altri. Portare un piccolo Vangelo in tasca, nella borsa: ci farà bene. Non dimenticate: ogni giorno leggiamo un passo del Vangelo. Vi auguro buona domenica e buon pranzo. E, per favore, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Arrivederci.



Per partecipare ai tanti appuntamenti giubilari a Roma con Papa Francesco metti mi piace alla nostra pagina Io viaggio con Dio, visita il nostro sito www.ioviaggiocondio.it o scrivi a m.antonini@ioviaggiocondio.it