Oggi parlare di viaggio in Terra Santa sembra paradossale, in attesa che le fazioni si plachino, parliamo della “chiamata” a visitare questa Terra. Il viaggio che questa Terra invita a fare infatti è prima di tutto un viaggio dentro se stessi, alla scoperta di “quella” chiamata a cui non abbiamo ancora dato ascolto. Ogni viaggio presuppone il mettersi in cammino, la differenza tra un viaggio e un altro, sta in questa chiamata e nelle meta da raggiungere.
IL PRIMO PELLEGRINO
Il viaggiatore, si incammina per sperimentare, per conoscere, per crescere ma non sa cosa trova e spesso non sa cosa cerca. Le esperienze gli si presentano e lo invadono dentro e fuori e la loro ricchezza è un bagaglio personale che lo riempie, ma il più delle volte l’esperienza, pur forte e toccante, non riesce a cambiare la sua vita. La sua meta, pur bellissima e valida, è una meta fisica. Il cristiano che si incammina e decide di viaggiare con Dio, sperimenta, vuole conosce per un desiderio, un anelito che lo spinge e chiama da dentro … ha presente la “meta” da raggiungere, che non è rappresentata da un luogo fisico ma da una Persona. Quindi, chi cammina con Dio sa “Chi” cerca. Le esperienze lo coinvolgono, lo toccano nell’intimo e lo portano a guardarsi dentro e a cambiare. Il primo grande viaggiatore con Dio fu Abramo, che dopo la chiamata lasciò il suo popolo per mettersi in cammino verso un Terra sconosciuta. La “chiamata al viaggio” inizia in modo sommesso, non urlato. Abramo fu invitato a lasciare il suo paese e diventare “pellegrino” alla ricerca della Terra del futuro, la Terra Promessa. Era una terra per altri, per quelli che dovevano nascere da questo viaggiatore solitario, arabi, ebrei, cristiani. La fede di Abramo è la fede in una promessa. Il popolo che da lui è nato crede ancora, dopo centinaia di anni, alla stessa promessa … Chi viaggia con Dio è alla ricerca di questa promessa sussurrata nei secoli.

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